Ad aprile 2017 abbiamo approfittato delle vacanze pasquali per tornare da Shibu, Prima le abbiamo messo addosso gli occhi, ora era il momento di metterci le mani! Eravamo andati a Preveza col Poppies, il camper del nonno Orste; in valigia, costumi e bermuda, in relata è stato l’aprile greco più freddo del secolo. Io che già mi immaginavo in riva al mare ad intrattenere i bambini con secchiello e paletta e non tediarli con barca-lavori-lavori-barca, mi ero solo illusa e quindi l’unico modo per non sbroccare è stato coinvolgerli nel refitting.

Stefano seguiva cavi e tubi, io svuotavo stipetti e gavoni. Dalla barca volava qualsiasi tipo di oggetto, dalla cucina al bagno, pezzi di motore, ferri vecchi, canne da pesca, pinne, libri…. Siamo entrati in pieno nella vita del vecchio proprietario il che era stato anche un po’,divertente. Dalle cose che aveva abbiamo capito che gli piaceva avere gente a bordo perché c’erano una quantità smisurata di set di lenzuola e salviette da fa invidia all’Hilton. Poi qualsiasi tipo di stoviglia o attrezzo da cucina strano. Dal servizio per il sushi, alle spacca chele di astice a forme di cosce di donna che terminavano con un culo in ottone, poi bicchieri per ogni tipo di bevanda: da liquore, da birra, da whisky, da aperitivo, da cocktail, da vino, da champagne e soprattuto una valanga di teglie per il forno. Si denota che il proprietario non poteva essere altro se non inglese. Lo si intuisce sia per quanto bevesse, che per le svariate misure di teglie rettangolari per plumcake e soprattutto dal vassoio con spuntoni per infilarci il roast beef al centro con tanto di raccogli- sughetto. Il tutto incorniciato da una ricca libreria di cucina di tutto il mondo, dalla thai alla giapponese, brasiliana, cubana, africana, svedese, greca, turca……..ma il top mancava: l’italiana.
Ovviamente di tutto quello elencato non c’è più nulla se non i set di lenzuola e salviette, erano puliti insacchettati con ancora il numerino rosa della lavanderia attaccato, un peccato disfarsene. In previsione dell’arrivo dei nostri amici due lenzuola in più non guastano. Queste giornate sono state intense, parecchio intense e abbiamo cercato di portarci avanti il più possibile con i lavori per non ritrovarci poi con il torrido caldo estivo con la testa dentri stipetti o accovacciati dentro la sala macchine. Ma il peggio doveva ancora arrivare…..


Stefano è poi ritornato al ponte del 2 giugno, 4 giorni per sistemare un po’ di cose e definire con il capo cantiere i lavori che servivano ancora per poterla mettere in acqua. Tra questi hanno smontato tutto il motore, fatto fare delle casse di legno apposta per trasportarlo e mandarlo a Napoli per ricondizionare e poi a luglio sarebbe stato rimontato dall’omino Nello…ma quello è stato l’inizio della fine!

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